venerdì 17 luglio 2020

BISOGNI REALI, BISOGNI INDOTTI

Ciao a tutti,

Essenziale o minimalista per ognuno di noi ha un significato diverso. Per me tre cappotti sono fin troppi, per un altro troppo pochi, non è questo il punto.
Da ormai diverso tempo è in voga questo concetto di minimalismo e zero waste (prodotti a basso impatto tradotto concettualmente) e chi produce beni (di tutti i generi) lo ha capito fin troppo bene e così cerca di cavalcare l'onda crea oggetti (o servizi) che siano, o per lo meno sembrino, necessari... Se non indispensabili.
La cosa assurda è che funziona! A forza di martellare in testa che la spazzola in legno riciclato fatta rispettando i diritti dei lavoratori con energie rinnovabili porta a credere che la mia spazzolaccia di plastica "vecchia" non vada di colpo più bene e debba essere sostituita (bisogno indotto). Quindi spenderò soldi ed energia per acquistare il nuovo bene (la produzione del bene + le materie prime + i trasporti vari) e metterò nell'immondizia (quindi nell'ambiente) o nel dimenticatoio il mio vecchio utensile, questo non è minimalismo. Solo quando il mio vecchio bene sarà logoro e oggettivamente inutilizzabile sarebbe il caso di investire il nostro denaro e il nostro tempo in un oggetto di buona qualità e fatto secondo certi parametri (bisogno reale).
E' esattamente questo che la green economy tende a fare, se tutti acquistassero oggetti di maggior qualità solo quando i vecchi sono guasti oppure se realmente necessari, guadagnerebbe troppo poco e farebbe fatica a galleggiare tra altre realtà commerciali.
Non voglio puntare il dito verso nessuno, di cazzate ne faccio... Fin troppe! Ma se stiamo prendendo in seria considerazione l'ecologia e il pianeta... Facciamoci due domande prima di aprire il portafoglio; diamoci tempo. L'idea è quella di ridurre non aumentare, l'essenza e non l'estetica. Poichè altrimenti il nostro non è consumo critico, ma semplicemente un nuovo modo di essere consumisti.

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