lunedì 4 maggio 2020

BUDINO DI AVENA (PORRIDGE)


Ciao a tutti,

fino a poco tempo fà avevo abbastanza pregiudizi verso il famosissimo e osannatissimo porridge. 

Praticamente a un certo punto tra blog, social e chi più ne ha più ne metta, sembrava che se non ti fai una scodella di questa pappetta di avena alla mattina non hai capito niente nella vita.

Sarà che a vederlo tutta stà voglia non me la faceva venire, sarà che ho sempre fatto colazioni diverse non me lo sono mai calcolata più di tanto. 
Per me l'avena continuava ad essere la regina sovrana per la granola fatta in casa.

Poco tempo fà ho visto un video di alcuni ragazzi, noti come elefanteveg su you tube, che preparavano questo stramaledetto porrige ma in chiave budino: la svolta.
Incuriosita l'ho preparato e devo dire che per una merenda ricca è l'ideale.

Oggi ripropongo la loro ricetta, semplice, gustosa, vegan, senza glutine e senza zuccheri raffinati.
Con queste dosi ne otteniamo quattro piccoli.

Ingredienti:

- 70 gr di fiocchi di avena frullati fini
- 500 gr di latte vegetale (il riso è per me il migliore) o semplice acqua
- 1 mela a pezzettini
- una manciata di uvetta
- la scorza grattata di un limone (mi raccomando non trattato)
- un pizzico di vaniglia in polvere o estratto di vaniglia naturale (non vanillina)

Mescolare in un pentolino la bevanda vegetale, i fiocchi d'avena, la mela e le uvette. Portare dolcemente in cottura continuando a mescolare, appena si comincia ad addensare unire gli aromi (limone e vaniglia) e continuare a mescolare fino a che non raggiungiamo la densità desiderata.
A questo punto mettere nei barattoli (o contenitori) e quando è totalmente freddo si conserva tranquillamente in frigo per qualche giorno.

A dire il vero io ho provato anche una tecnica alternativa che lo rende ancora più compatto e budinoso. Ovvero utilizzando i fiocchi interni, procedere sempre allo stesso modo, cuocendo tutti gli ingredienti e far addensare. Una volta freddo (o almeno tiepido) frullare col mixer.

venerdì 1 maggio 2020

FINTI CAPPERI DI TARASSACO

Ciao a tutti,

questa è la stagione perfetta per andare in giro tra i campi (mi raccomando in luoghi non contaminati) a raccogliere i boccioli di tarassaco.
Purtroppo in questo periodo di quarantena non tutti potranno farlo, ma confidando nella fortuna e nelle istituzioni, a volte un pò come negli unicorni che sfrecciano in cielo, mi auguro la situazione diventi più vivibile per tutti.

Tornando alla fantastica pianta del tarassaco, dalle proprietà ben note fin dall'antichità diuretiche e depurative, ricca di vitamine e minerali, possiamo davvero inserirlo in molti modi nei nostri piatti. Ad esempio mangiandone fiori e foglie tenere in insalata, spadellando foglie e fusti più adulti come si fà per la catalogna, friggendone i fiori in pastella, ecc..

E' importante non strappare le piante ma tagliarle,in modo possano ricrescere oltre che (ovviamente) prendere solo il necessario senza sprecare.

Oggi ci mettiamo di impegno e raccogliamo i boccioli non esplosi dei fiori (che di solito si trovano alla base della pianta) e li mettiamo sotto sale o in salamoia per consumarli come i capperi (i fiori di).
Quelli perfetti sarebbero piccolissimi e perfettamente chiusi, ma secondo me vanno bene anche quelli che hanno già aperto le foglioline alla base (vedi foto sotto).

Una volta raccolto una buon numero di boccioli sciacquiamoli bene e tamponiamoli con un canovaccio di cotone.

Ora possiamo conservarli in due modi :

- Sotto sale: Pesare i boccioli e un ugual quantità di sale, mescolare in una terrina in modo da rendere la miscela omogenea e inserire in vasetti puliti. Si conservano a lungo.
Io ho utilizzato questo metodo l'anno scorso e sono ancora perfetti. Ovviamente vanno sciacquati prima dell'utilizzo.

- Salamoia: Far bollire 50/60 gr di sale per litro d'acqua, una volta sciolto aggiungere i boccioli e farli sobbollire per circa un minuto.
Filtrare i fiori, metterli in un barattolo e coprire con la salamoia. Una volta freddi si conservano in frigorifero per almeno qualche settimana.
Penso che volendo conservarli in dispensa, si possa eseguire lo stesso procedimento con l'accortezza di usare vasetti sterilizzati, metterli ancora bollenti a testa in giù e una volta raffreddati girarli, assicurarsi abbiamo preso il vuoto, e porli in un luogo fresco e al buio.
Non ho mai provato con i fiori, ma utilizziamo questa tecnica a casa per le verdure in agrodolce e funziona.



lunedì 27 aprile 2020

RICOTTA CON OKARA DI SOIA ( A MAGGIOR RESA)


Ciao a tutti,

ho già proposto qui la "vera" ricotta di soia (una sorta di tofu molto più amabile), terribilmente simile alla ricotta vaccina e per questo molto versatile.

La ricetta che condivido oggi è più semplice e veloce, non serve cagliare,  rende di più (se ne ottiene una maggior quantità) e, utilizzando l'okara (invece del latte che utilizzeremo per altre cose), ci permette di smaltire lo scarto della bevanda di soia (che chi prepara in casa queste cose sà e parecchio).

Onestamente devo ammettere che non se ne può fare l'uso che si fà con la ricotta di soia originale, ma una volta che se ne si conoscono i limiti rimane una ricetta gustosa da accostare a verdure o cereali poichè, comunque sia, ha un apporto proteico importante.

Ingredienti (per una piccola ricottina) :

- l'okara di un litro di latte di soia (ovvero circa 100gr di soia secca)
- un pizzico di sale e pepe
- un filo d'olio
- spezie e erbe aromatiche a piacere (opzionali)

Una volta strizzata bene l'okara per ricavarne il latte vegetale, metterla in un mixer insieme a sale e pepe ed eventualmente aromi a nostro gusto. L'importante è renderla fine, poi unire un filo d'olio e inserire in una piccola fuscella (o qualunque contenitore bucherellato che possiamo ricavare da un bicchierino di plastica o utilizzare il cilindro dello schiacciapatate), compattare bene la ricotta e premere bene. 
Lasciare riposare in frigorifero per almeno un'oretta (mettete un piattino sotto poichè può essere perda un pò di liquido.

Sformare e servire.



venerdì 24 aprile 2020

MACERATO DI EQUISETO


fertilizzante e antimuffa per orto naturaleCiao a tutti!

Conoscete l'equiseto (o coda cavallina) ?

E' una è una pianta davvero singolare nella sua forma, utilizzato anche in erboristeria per le sue proprietà diuretiche, mineralizzanti (contro problemi come l'osteoporosi), antibatteriche e per la cura di palpebre, mucose di bocca e gola arrossate o infiammate. Incredibile no?!

Nel gambo centrale contiene una buona concentrazione si silicio e tanti minerali come calcio, magnesio e potassio (è detta anche "argilla vegetale" infatti) che la rendono una pianta così speciale. 
La si trova in zone umide e ombreggiate a fianco di canali e fossi.

In orto contrasta i marciumi radicali (specialmente nelle piante giovani), annaffiato e/o vaporizzato sulle foglie cura e previene muffe e malattie funginee (come la peronosposa o l'oidio delle cucurbitacee) ed è un ottimo rinvigorante/fertilizzante.

Come abbiamo fatto per il macerato di ortica, mettere nel contenitore scelto (nel mio caso un secchio) le piante di equiseto (tagliate e non strappate poichè possano facilmente ricrescere), schiacciando in modo che il materiale vegetale sia tanto, aggiungere poi acqua quel tanto che basta da coprire le piante. Coprire il secchio con un telo di cotone o un coperchio non ermetico.
Lasciare fermentare per almeno 24 ore, quindi filtrare e mettere in taniche o secchi puliti e utilizzare al bisogno.

Leggevo che se utilizziamo il macerato a scopo di combattere muffe o marciumi è meglio utilizzarlo fresco (al massimo una paio di giorni dopo averlo filtrato), invece come fertilizzante  è possibile conservarlo più tempo.

Se vogliamo averlo pronto in minor tempo possiamo realizzare un decotto. In un pentolone tagliamo i gambi centrali dell'equiseto (circa 200 gr di pianta fresca per un litro di acqua), copriamo a filo con acqua e portiamo a bollore. Far sobbollire coperto per circa 30 minuti, far raffreddare e  filtrare.

Dosaggi: 

- 4 parti di acqua e 1 di macerato o decotto di equiseto per nebulizzazioni
su piante e fogliame in caso di muffe (o meglio ancora per prevenirle in piante soggette come zucche e zucchine);

- 9 parti di acqua e 1 di macerato o decotto se si vuole utilizzare per l'irrigazione delle piante (per la prevenzione di patologie o a scopo di fertilizzante).

In ogni caso, ripetere la somministrazione ogni 15 giorni.



lunedì 20 aprile 2020

BISCOTTI AL COCCO SENZA GLUTINE



Ciao a tutti,

questi dolcetti sono una delizia; ideali per tutti: chi vuole una dieta veg, senza glutine, senza lievito e senza zuccheri aggiunti. Vincono tutti.


Ingredienti:

- 60 gr di farina di cocco
- 60 gr di farina di mandorle (ovvero mandorle macinate fini)
- 60 gr di farina di riso integrale
- 20 gr di olio di girasole bio
- dolcificante a scelta tra una manciata di uvetta, qualche dattero o due cucchiai di malto
- latte vegetale o semplice acqua
- un pizzico di bicarbonato
- vaniglia in polvere o estratto di vaniglia (non vanillina) opzionale

Unire tutti gli ingredienti secchi in una terrina e aggiungere l'olio impastandolo alla farina per distribuirlo uniformemente. Inserire anche il dolcificante scelto (se scegliete la frutta disidrata potete aggiungerla a piccoli pezzetti o frullarla con un pochino di latte veg per ottenere una sorta di sciroppo), amalgamarlo e aggiungere poi pian piano il latte vegetale fino a ottenere un impasto manipolabile.
Non immaginate un impasto compatto o gommoso, non c'è glutine quindi rimarrà un pò "sabbioso", ma credo sia una peculiarità per questo tipo di dolce.

Formare delle palline grosse come una noce (o la forma che desiderate) e infornare a 180°C per circa 15 minuti.


venerdì 17 aprile 2020

CONTENITORI PER LE PIANTINE

Ciao a tutti,

Non sò come vivete l'orto, o comunque il giardinaggio in genere, ma la semina è una parte stupenda.. E' un pò come celebrare la vita, anche perchè avviene per la maggior parte in primavera quando il caldo ruba il posto al freddo e le giornate serene a quelle grige e umide.

Il nostro rapporto con le piccole piante da orto è andato negli anni cambiando.
All'inizio prendevamo le piante già pronte in gardencenter senza star tanto li a guardare la tipologie, le esigenze e le caratteristiche... A ispirazione.
Pian piano siamo passati all'acquisto delle bustine di sementi perchè ci permettevano di produrre più semi a meno costo ed essere noi a decidere il quando, cercando di prestare attenzione alle indicazioni che vengono sul retro fornite.
A oggi cerchiamo di seminare tutti i nostri ortaggi, impegnandoci con tutte le forze a mettere da parte i semi per l'anno a venire dalle nostre piante. Semi ricchi di significato e buone intenzioni selezionati con cura, celebriamo la vita appunto. Semi che portano con se la memoria di questo posto e questi "riti" di coltivazione. E' secondo noi, importantissimi l'autoproduzione delle sementi, ma non vi annoio ne ho già parlato qui.

La cosa che abbiamo trovato complicata (specialmente per chi ha un orto grande e quindi tante piante) è trovare abbastanza contenitori (un seme = una pianta).
Abbiamo riutilizzato fino alla scomposizione le vaschette di plastica dove anni prima avevamo comprato le piantine pronte, bicchierini di plastica che avevamo a casa e non usavamo, tagliato fondi di vecchie bottiglie di plastica e di tetrapack, raccolto quando si trovano per strada bottiglie di plastica e contenitori vari per ricavarne vasetti (e ovviamente pulire gli spazi che sono di tutti) ... le abbiamo pensate tutte.
Ma forse l'idea più geniale è stata utilizzare il rotolo di cartoncino centrale della carta igienica (o anche quello della carta da cucina tagliato). Questo ci permette di interrare direttamente il contenitore in terra senza stressare le radici della giovane pianta, non utilizzare plastiche che prima o poi si rompono (e non decompongono mai sminuzzandosi in pezzetti sempre più piccoli) e non spendere nemmeno un centesimo (nei garden vendono dei vasetti in carta compostabili ma costano entrambi i reni).
L'unico consiglio che vi dò è mettere tutti i rotolini vicini, con un centimetro o cue di terra sul fondo in modo l'ambiente rimanga sempre umido.




lunedì 13 aprile 2020

RAVIOLI CINESI ALLO PSEUDOVAPORE


Ciao a tutti,

nelle ultime settimane per vie traverse abbiamo accumulato verze su verze...
Ci sono tantissime ricette in cui questo ortaggio è esaltato nella sua magnificenza, oggi tocca ai ravioli cinesi.
Io ho preso spunto da questa ricetta delle ragazze del golosomangiarsano (qui la video ricetta).


Ingredienti (per almeno per quattro persone mangione):

Impasto:

- 200 gr di semola di grano duro semi integrale
- 100 gr circa di acqua tiepida
- un cucchiaino d'olio evo
- un pizzico di curcuma (facoltativo)
- un pizzico di sale

Ripieno:

- 1 cipolla grande a pezzetti piccoli
- 2 carote a pezzetti piccoli
- 1 spicchio d'aglio a pezzetti
- mezza verza circa a striscioline
- zenzero (meglio fresco)
- salsa di soia o tamari
- aceto di mele
- sale
- olio evo

In una terrina riunire la farina, la curcuma e il sale, aggiungere man mano l'acqua necessaria a ottenere un impasto elastico e compatto, a questo unto unire anche l'olio e impastare per diversi minuti (una decina sarebbe ideale). Esattamente come la pasta fresca nostrana vegan.

Intanto che la pasta si rilassa coperta in un contenitore, preparare la farcitura.
Fare in padella il soffritto classico cipolla, carota e aglio. Quando appare rosolato aggiungere la verza, un pizzico di sale, abbassare la fiamma e mettere il coperchio.
La verdura deve appena stufarsi ammorbidendosi, di tanto in tanto controlliamo cosa succede là dentro girando col cucchiaio. Appena ci apparirà un pò "ammosciata" (che brutto termine... Però rende l'idea!) aggiungere la salsa di soia (poco), l'aceto di mele (poco) e un pò di zenzero grattugiato fresco (o se non lo avete secco ma l'effetto non è proprio uguale).
Lasciar asciugare bene, travasare in un piatto in modo da agevolare il raffreddamento. Assaggio per capire se manca sale, e perchè a questo punto viene fame.

Non ci resta che comporre i ravioli.

La prima volta che li ho visti fare; il supereroe Martino Beria (che io odio molto perchè la sua ricetta a me è venuta uno schifo perchè non stava insieme) con abile maestria di mani li componeva con tutte le loro belle pieghette (qui in video).
La seconda (e terza) volta ho provato con un maledetto arnese che doveva chiudermi la pasta dando una sembianza di raviolo orientale (un pò farlocco), ma anche qui, mi sono trovata male poichè il ripieno tendeva a uscire e mi appiccicava la pasta al malefico strumento.
Così nella mia ruspantità, dopo aver steso le sfoglie a medio spessore con la macchinetta della pasta (ma i più bravi possono usare il mattarello), ho tagliato dei cerchi con un coppa pasta, inserito un cucchiaino di ripieno, richiuso facendo una leggera pressione con le dita e sigillando, utilizzando poi i dentini della forchetta tutto intorno tipo sigillo papale... Ed ecco le mie mezzelune caserecce, zero eleganza ma è più semplice,veloce e non si rompono.

Ora prendere una padella (perfettamente antiaderente), mettere un velo d'olio, appoggiare i ravioli "in piedi" (non di lato) non attaccati, farli leggermente dorare a fiamma medio-alta.
A questo punto versare un dito d'acqua, abbassare la fiamma e mettere il coperchio.
Come per magia, quando il liquido sarà evaporato i ravioli saranno pronti.

Io di solito, come mio uso e costume nelle cose un pò lunghe, ne faccio di più per potere congelare e rimangono perfetti.
Trovo gustoso inserire nel ripieno uvetta e/o anacardi o arachidi tritati grossolanamente.