Ciao
a tutti,
Oggi
ho il piacere di pubblicare qualche punto di vista (stimolato da alcune
domande) di Isabella Elise Siciliano di Cotto al vapore. Un'altra bellissima
intervist-etica.
Isabella
è una donna che fin da subito mi ha ispirata a fare e sopratutto a non fermarmi
alle etichette o alle risposte facili. Spero apra anche a tutti voi nuovi modi
di vedere e affrontare le scelte di tutti i giorni. Nessuno di noi è perfetto e
non potremo mai esserlo ma cercare di migliorarsi è sempre possibile.
Se
siete curiosi di sapere di più visitate il suo blog, o scrivetele ... gentile e
disponibile come è stata con me lo sarà anche con voi
Come
sei diventata vegetariana poi vegana? come si è evoluta la tua alimentazione
sino a oggi?
Ciao!
Innanzitutto grazie per avermi invitata “ospite” del tuo blog! Io ho sempre
adorato gli animali e la natura,
da che ho ricordi. Sono diventata vegetariana nel 1994 a 14 anni.
Volevo esserlo anche prima, ma i
miei genitori non sapevano come gestire la cosa e mi imposero pesce e pollame
per un po’ di tempo.
E’
stato solo nel 2007, quando è nato il mio primo figlio, che ho cominciato a
studiare Nutrizione ed ho realizzato
che potevo evitare anche i derivati per vivere in salute, decidendo così di
passare ad una alimentazione
prevalentemente vegetale.
Con
gli studi ed il tempo la mia alimentazione è diventata più sana e attenta anche
all’impatto ambientale.
Seguo
uno stile di vita vegan poiché cerco di non utilizzare nulla di origine animale
anche al di fuori del contesto
alimentare (non compro oggetti nuovi di lana o pelle ed evito cosmetici e
prodotti per l’igiene testati
su animali), ma non mi definisco vegan.
Non
amo molto le etichette, che sono utili per non usare molti giri di parole, ma
sono spesso limitanti e tendono
a creare “barriere”. Non acquisto prodotti animali, ma mi capita di consumare
derivati in alcune circostanze
e credo che la realtà sia spesso più complicata di quanto le definizioni
possano lasciare
intendere.
Per esempio, nello specifico del mio contesto di vita, credo sia meno
impattante sull’ambiente un
miele di piccolissimo produttore della zona, rispetto a un malto di cereale
coltivato intensivamente lontano
da qui e poi trasformato e trasportato.
Che
tipo di alimentazione segue la tua famiglia? Come cerchi di spiegare/avvicinare
"gli altri" alla tua cultura alimentare? Come rapportarsi anche
con i bambini che potrebbero non capire perchè hanno un alimentazione
diversa dai compagni di scuola?
La
mia famiglia in casa segue una alimentazione vegetale e integrale. Il più
possibile scegliendo anche prodotti locali. I bambini in mensa seguono un
menù vegetariano poiché quando hanno cominciato il percorso
scolastico ho voluto che fosse loro la scelta sul tipo di menù.
Il
fatto di non impormi è, per noi quantomeno, stato di grande aiuto nella
gestione dei rapporti con i compagni e maestre, poiché entrambi i bimbi
hanno sempre avuto ben chiare le loro motivazioni e sapevano
quindi spiegarsi senza sforzo.
Ora il mio bimbo grande è alle medie e per sua
volontà vuole chiedere un menù completamente vegetale!
Non
abbiamo mai avuto problemi con altri bimbi o genitori, ma io non vado in giro
cercando di cambiare le altrui abitudini se non mi viene esplicitamente
richiesto (e sì, lo ammetto, vorrei tantissimo poter far cambiare
abitudini alimentari alle persone, ma mi sono semplicemente convinta del fatto
che attaccare non funziona, pertanto mi limito a offrire un esempio e fare
informazione se c’è uno spiraglio di dialogo sull’argomento).
Cibi
fermentati. Cosa sono e a cosa servono? E' facile autoprodurli in casa? Da cosa
iniziare? Ci sono "regole"
da rispettare?
I
cibi fermentati sono divertentissimi! Io li amo perché sono quanto di più
distante dal cibo industriale e omologato.
Il cibo fermentato è vivo, mutevole ed i risultati in termini di gusto e
consistenze sono sempre diversi!
Alcuni
sono facilissimi da fare in casa, altri richiedono un po’ di pazienza e lavoro
in più. Consiglio agli interessati
di cercare il gruppo facebook Wild Fermentation Italia e di partire con qualche
libro come traccia
inspirazione (Sandor Katz è l’autore considerato guru sull’argomento).
La
preparazione con cui consiglio di partire, a meno di essere in piena estate,
sono i crauti. Ma anche la paste
madre è un perfetto punto di partenza per prendere famigliarità con batteri e
lieviti selvatici.
Hai
dei consigli da dare per mettere nel carrello della spesa cibi che fanno bene alla
nostra salute e sono il
risultato di un lavoro senza sfruttamento (nè animale nè umano) non spendendo
una follia, in modo che sia
un'alimentazione del tutto sostenibile?
Il
primo consiglio che mi viene in mente, sia dal punto di vista nutrizionale che
ambientale,
sono i legumi!
Riscoprire le infinite ricette (dall’antipasto al dolce, spaziando anche da un
continente all’altro con
ricette etniche) che si possono fare con ceci, lenticchie e fagioli vari.
Sono
economici, non richiedono refrigerazione o imballaggi, migliorano il terreno di
coltivazione
anziché
impoverirlo. Sono sazianti, ricchi in fibre, minerali e antiossidanti.
Erano
il cardine della vera alimentazione mediterranea e tutti dovremmo ridare loro
il giusto spazio in
cucina,
anche se non si desidera abbandonare del tutto i prodotti animali.
Anche
riscoprire le erbe spontanee mangerecce, se si ha accesso a una campagna
pulita. Ma serve un poco di
esperienza e non si può improvvisare, mentre il fagiolo è veramente alla
portata di tutti!
Con
un poco di organizzazione la preparazione non è poi così lunga, ma voglio
scriverlo subito: per chi crede
davvero di non avere tempo di cucinare, vanno bene anche precotti, basta
sceglierli nel vetro!
Cosa
ne pensi dei movimenti di decrescita/ semplicità volontaria ? Come cerchi di
ridurre l'impatto
ambientale
nella vita quotidiana? Ci sono state delle scelte che sono state più difficili
di quello che
credevi
o viceversa?
Apprezzo
molto i movimenti di semplicità volontaria, soprattutto quelli che stanno
partendo tra i più
giovani,
anche se spesso proprio il tema del cibo che scegliamo di portare in tavola è
tra i meno discussi.
Nel
mio quotidiano cerco di minimizzare l’impatto ambientale della famiglia
coltivando (ovviamente
senza
pesticidi o concimi di sintesi) quello che posso nell’orto di casa,
autoproducendo qualcosa (pane, marmellate,
yogurt di soia) e muovendoci a piedi per tutti gli spostamenti in paese.
Ci
sono settori in cui trovo in effetti difficilissimo portare avanti una scelta
etica ed ecologica, per
esempio
il vestiario! Capi in materiali ecologici certificati, di produzione
artigianale, sono difficili da
trovare
e spesso con prezzi proibitivi. Giusti probabilmente, ma per noi che viviamo
con poco pur sempre proibitivi.
Vorrei riuscire a evitare le grandi catene, ma non riesco a farlo, in
particolar modo per i bambini
che crescono in fretta. Prendiamo usato tutto quello che troviamo, ma alcuni acquisti
rimangono inevitabili.
Anche
cercare di evitare del tutto gli imballaggi in plastica è qualcosa che non sono
riuscita ad attuare:
non
abbiamo negozio leggero nelle vicinanze, per cui ce la caviamo per quanto
riguarda l’ortofrutta
acquistando
direttamente dal produttore, alcune cereali e legumi li trovo online in
confezioni di grande formato
in carta, ma alcune cose le compro ancora imballate (scelgo imballi
riciclabili, almeno).
Come
è entrato lo yoga nella tua vita? E' una pratica che tutti possono svolgere ?
Che benefici dà a
livello
mentale e fisico?
Lo
yoga mi ha sempre attratta, così come il buddhismo, a pelle. Con curiosità
direi quasi scientifica.
Nel
tempo avevo accumulato letture, tentativi poco riusciti di inserire una pratica
quotidiana di
meditazione
e qualche lezione di yoga. Ma non riuscivo a trovare la giusta energia per
farne davvero una pratica.
Poi
ho trovato uno stile di yoga, l’ashtanga yoga e forse soprattutto una
insegnate, che mi hanno dato quel lavoro
di disciplina e autocontrollo che mi serviva. Una routine, che richiede impegno
e presenza.
Srotolare
il tappetino è come aprire uno specchio sulla propria vita in quel momento:
sono centrata o
distratta?
Cerco il confronto con gli altri o meno? Il mio corpo è bloccato da qualche
parte? E’ un
momento
in cui essere nel qui e ora e osservare quel che succede (in noi,
prevalentemente) nel tentativo di raggiungere
o nello stare in una certa posizione. Così pian piano imparo a resistere anche
quando vorrei mollare,
a respirare quando verrebbe da irrigidirsi, a lasciar andare quando contraggo.
Insomma, è un lavoro
sul corpo fisico che consente di trasporre quanto imparato sul piano mentale. O
quantomeno di provarci!
Io
sono convinta possa essere estremamente benefico per tutti, ma come per tutte
le cose belle della vita, serve
dedizione.
Cosa
ne pensi della produzione e dell'utilizzo del miele?
Eh,
argomento miele è uno di quelli in cui per me c'è una differenza abissale tra
industria e persona con un paio di arnie per passione/favorire impollinazione.
C'è
tutta una branca di apicoltura naturale che prevede per esempio di non togliere
tutto il miele sostituendolo con zucchero, ma preleva solo l'eccedenza rispetto
a quello che serve per passare l'inverno. Ho diversi amici che si occupano di
api e che per esempio mai e poi mai hanno tolto le ali alla regina.
Ovviamente
mi dicono che può capitare -sebbene raro facendo attenzione- l'ape che punge e
quindi muore, ma davvero non vedo come una monocoltura di riso o mai o orzo per
fare il malto possa comportare la morte di meno insetti...
Mi
piace anche l'idea che nelle campagne, dove è diffuso il piccolo allevamento di
api, si fa attenzione a non usare pesticidi.
Forse
se abitassi in piena pianura e conoscessi produttori piccoli di cereali che
fanno produzione artigianale di malto, la mia scelta cadrebbe sui loro
prodotti! Ma per me è più km0 e meno lavorato e trasportato altro. Credo
davvero che a volte dipenda...
Del
resto è un consumo del tutto marginale nell'alimentazione, non è un alimento di
base!
Se,invece, abitassi
in città e dovessi scegliere un prodotto in supermercato o naturasì prenderei
il malto!
Insomma,
è complesso
Quale
è la tua posizione sull'integrazione della vitamina b12 in un alimentazione
vegetale?
Io
sono per l'integrazione di b12, specialmente nei bambini.
Ora
dirò una cosa che può sembrare buffa, ma è la pura verità: animali del tutto
vegan sono ben rari. Immaginate un ruminante che bruca l’erba di un prato:
forse scarta formiche, bruchi, parti sporche di terra? Un primate, apre la
frutta per controllare che non contenga ospiti?
Certo
che no.
La
verità è che la questione è talmente lapalissiana che non serve nemmeno
spenderci sopra troppe parole.
Nel
mondo moderno è possibile raggiungere un grado di “purezza” nella scelta di
nutrirsi esclusivamente a base di alimenti vegetali che era impensabile in
“natura”. Ed a questo fatto aggiungiamo anche la “purezza” raggiunta intesa
come condizioni igieniche, degli alimenti, ma anche -più tristemente- dei
terreni.
Può
non essere divertente sottolinearlo, ma -ancora una volta- è la semplice
verità: i primati e molti altri animali consumano le proprie feci più che
volentieri e molti popoli hanno concimato e concimano le proprie coltivazioni
con feci umane. E sì che il nostro colon è in effetti ricco di batteri
produttori di B12.
Solo
che questa viene assorbita prima lungo il tratto intestinale e necessita -per
essere “catturata” e assorbita, di essere legata ad una glicoproteina prodotta
nello stomaco, il fattore intrinseco.
Non
è questione di avercela o meno con gli integratori o di credere nel complotto
medico per boicottare l’alimentazione vegetale.
E’
questione di natura e di vita innaturale.
Ora
io, avendo fatto anche delle scelte etiche, preferisco acquistare un
integratore naturale (B12 prodotta da ceppi batterici selezionati su
melassa, un po' come avviene con il lievito alimentare in scaglie, ma con ceppi
produttori di b12, che viene poi "isolata"), che non è nemmeno un
“farmaco” e quindi non finanzia vivisezione, piuttosto che assumerla tramite lo
sfruttamento di animali.